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Quante volte hai sentito parlare del “diaframma”? Anche se non sei del settore probabilmente l’avrai sentito nominare in associazione a vari argomenti, ad esempio: alla respirazione (pilates, yoga, ginnastica posturale, ecc..), all’ansia (tensione accumulata, attacchi di panico), al mal di schiena o ad altre problematiche più o meno gravi.

Ormai nel web si trova un po’ di tutto se si vuole essere informati su un determinato argomento; purtroppo però se da un lato è utile informarsi, dall’altro si rischia di trovare informazioni “fuorvianti” o per lo meno non così veritiere dal punto di vista scientifico.

Questo breve articolo non ha la pretesa di essere la “verità assoluta” ma vuole dare delle informazioni quanto più accurate possibili dal punto di vista anatomico e scientifico per permettere anche a chi non è del settore di conoscersi meglio e di imparare a gestire eventuali “dolori o problematiche” con l’obiettivo di non fare un uso errato o esagerato dei farmaci ma anche di sapere a quale professionista rivolgersi.

Iniziamo: un po’ di anatomia

Vediamo di localizzare insieme dove si trova questo “muscolo”, così che visualizzandolo nella tua mente riesci anche a capire eventuali sintomi.

Innanzitutto ha la forma di una “cupola” ed è abbastanza esteso dato che longitudinalmente va dalla 6° alla 12° costa mentre orizzontalmente dalla 4° costa a destra al 4° spazio intercostale a sinistra passando per lo sterno (l’’osso che si trova al centro della gabbia toracica e che puoi facilmente palpare). Questa cupola ha una “base” che si trova a livello della colonna vertebrale, precisamente dalla 2° alla 4° vertebra lombare (L2-L3-L4) dove si ancora attraverso dei forti tendini. Forse saprai che il diaframma da il via alla “respirazione” ma oltre ciò svolge tante funzioni oltre a questa; ad esempio nel diaframma passano la “vena cava inferiore” (che porta il sangue venoso al cuore), “l’esofago” (collegato allo stomaco e quindi parte integrante del processo digestivo) e “l’aorta addominale” (che pompa il sangue verso la periferia del corpo). Detto ciò, puoi bene capire che una buona respirazione diaframmatica non è solo essenziale per l’ossigenazione dei tessuti del corpo ma si ripercuote anche sulle funzioni sopra elencate.

Oltre ciò occorre sapere che l’innervazione del diaframma (immagina un impulso “elettrico” che da il via alla respirazione ed al movimento del diaframma) parte da nervi che si trovano a livello del collo, precisamente dalla 3°, 4° e 5° vertebra cervicale. Un altro collegamento nervoso è con il nervo vago, il quale è un regolatore del nostro stato “sonno-veglia”, ormonale ed emotivo.

Ora visualizza il movimento che compie il diaframma: quando respiriamo ed immettiamo aria (inspirazione) il diaframma si contrae e “scende o si abbassa”; invece quando soffiamo fuori l’aria (espiriamo) il diaframma ritorna verso l’alto alla sua posizione originaria.

LA “DINAMICA” DELLA RESPIRAZIONE.

Relazioni e sintomi di un diaframma “teso”

Questa breve descrizione anatomica ti aiuta a capire che quando si parla di diaframma occorre davvero tenere presente tanti fattori che vanno ben oltre ciò che si può immaginare. Difatti, esiste una fitta “rete connettivale” che avvolge il diaframma e lo connette alle strutture vicine in modo che la sua azione si propaghi nel “vicinato”. Uno dei sintomi più comuni quando qualcosa non va è il mal di schiena.

Partendo da quest’ultimo, se avverti dolore alla zona lombare (parte bassa dalla schiena) con sintomi di tipo muscolare (contrattura, tensione, sensazione di qualcosa di duro alla palpazione) è probabile che il diaframma sia uno dei possibili “attori” del tuo mal di schiena (proprio perché come abbiamo detto prima si ancora da L2 a L4).

Abbiamo anche detto che il diaframma ha relazione anche con il collo (l’innervazione parte dalla 3° alla 5° vertebra cervicale); ecco che un mal funzionamento delle vertebre cervicali possono interferire con la funzione del diaframma. Spesso è facile trovare persone che presentano un “tono dei muscoli del collo” aumentato (collo rigido, contratto alla palpazione, respiro corto, senso di soffocamento) proprio perché i muscoli “accessori” della respirazione si trovano a questo livello e vanno in “sovraccarico” quando il diaframma non lavora bene. Si possono sviluppare nel tempo dolori cervicali più o meno gravi e persistenti; anche le braccia e le mani possono essere interessate con sintomi quali formicolii, perdita di sensibilità e nei casi più gravi di forza.

Questa continua contrazione di alcuni tipi di muscoli (più precisamente catene muscolari) cambia l’assetto del nostro corpo: in una sola parola cambia la “postura”.

Come accennato in precedenza, attraverso il diaframma passa anche l’esofago; senza dilungarci molto su questo argomento, si può dire che se questo muscolo non lavora al meglio ed è contratto nel tempo si avranno problematiche di tipo gastroenterologico; in poche parole si possono avere problemi digestivi (digestione lenta, stomaco gonfio, acidità, reflusso gastroesofageo, malassorbimento delle sostanze) che possono essere il punto di partenza di problematiche ben più gravi.

Il diaframma regola anche la circolazione sanguigna perché attraverso esso passano la vena cava e l’aorta addominale; ciò significa che il movimento diaframmatico agisce come una vera e propria “pompa” ad azione tipo “fisarmonica” per facilitare il flusso sanguigno e quindi il corretto nutrimento dei tessuti che vengono raggiunti dalle sostanze nutritive e dall’ossigeno trasportati dal sangue.

C’è poi da menzionare il fattore emotivo: le nostre emozioni e sensazioni (gioia, dolore, tensione, rabbia, stress, stanchezza, ecc..) sono immagazzinate dal nostro cervello (negli strati più profondi) e vengono espressi attraverso varie strade: una di queste è quella del nervo vago. Non a caso il diaframma è definito il “muscolo dell’emotività”. In sintesi, problematiche di tipo nervoso (ansia, attacchi di panico, respiro corto, tensione emotiva, problematiche legate al sonno, ecc..) sono collegate al diaframma con vari sintomi (stanchezza, ipertensione, dolore muscolare e articolare, crampi allo stomaco, cefalea, ecc…).

Conclusioni

Insomma, davvero ce ne sarebbe da dire per ore! Infatti non abbiamo parlato che il diaframma attraverso il suo movimento ha relazione con diversi organi e strutture (polmoni, cuore, fegato, pancreas, intestino, pavimento pelvico).

Dopo questa panoramica spero che hai un quadro più completo riguardo al diaframma ed alle sue funzioni (ora anche per te chiamarlo semplicemente “muscolo” sarà un po’ riduttivo). Detto ciò, attraverso un’attenta valutazione osteopatica e posturale è possibile valutare se il tuo diaframma si “muove” bene ed assolve correttamente alle sue funzioni.

Con il trattamento manipolativo osteopatico (OMT) è possibile risolvere diverse problematiche che abbiamo menzionato e, cosa non meno importante, puoi imparare a riconoscerle ed a gestirle da solo (basta solo un po’ di buona volontà).

Oltre ciò, con l’osteopatia potrai essere indirizzato al medico-specialista di riferimento qualora alcuni disturbi dovessero essere più gravi del previsto.

Se hai bisogno di una consulenza o vuoi fare semplicemente delle domande puoi farlo utilizzando la sezione “dove ti fa male” che trovi nella home page.

Ci auguriamo che la lettura di questo articolo sia stata piacevole ed interessante; siccome la tua opinione è importante per noi ti invitiamo a lasciare un commento utilizzando la sezione sottostante.

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